La sessualità nella terza età

La sessualità è una parte connaturata all’uomo e alla donna. Ognuno di noi, con espressioni sempre personali e mai banali, vive e sperimenta la propria sessualità,  da solo o nella coppia. È necessario, però, fare un appunto. Per sessualità si intende qualcosa di molto più complesso della dimensione biologica e geneticamente determinata o dell’azione penetrativa che assicura il perpetuarsi della vita in molte specie animali , in quanto il concetto di sessualità implica “l’identità psicologica, di genere, l’orientamento sessuale, le pratiche sessuali, la concezione culturale e religiosa che ognuno di noi si è costruito e che fa parte del nostro essere, che non è necessariamente stabile e si può modificare con l’andamento degli anni.“

È di fondamentale importanza non perdere mai di vista quella che è la definizione riportata dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) nel 2002 di salute sessuale, ossia “uno stato di benessere fisico, emotivo, mentale e sociale legato alla sessualità, non riconducibile all’assenza di malattia, disfunzione o infermità. La salute sessuale richiede un approccio positivo e rispettoso alla sessualità e alle relazioni sessuali, così come la possibilità di avere esperienze sessuali piacevoli e sicure, libere da coercizioni, discriminazioni e violenza. Perché la salute sessuale venga raggiunta e mantenuta, i diritti sessuali di tutte le persone devono essere rispettati, protetti e soddisfatti”. 

Possiamo dunque dire che la sessualità non cessa ad un certo punto della vita ma si modifica, proprio come si modificano le abitudini, i pensieri, le emozioni e il corpo nelle varie fasi di vita. 

Il corpo, causa e custode delle differenze individuali e di genere, muta con il passare del tempo per effetto del processo di invecchiamento: un processo attivo in cui ciascun individuo cerca di adattarsi ai propri cambiamenti fisici, emotivi, intellettuali, nonché ai cambiamenti sociali e ambientali. Nel processo di invecchiamento è chiaramente coinvolta anche la sfera della sessualità che, come per tutti gli altri aspetti della vita di una persona, non va pensata solo in termini di perdita, ma letta in termini di evoluzione, di cambiamento.

Come notato dalla Graziottin (2011) “saper invecchiare – anche sessualmente – è un’arte. Presenta rischi ed esiti nettamente diversi tra maschi e femmine. Per le donne, la regola generale, con rare eccezioni, è una sola: una progressiva caduta del desiderio sessuale, già a partire dai cinquant’anni, in coincidenza con l’esaurirsi della fertilità biologica naturale.” Si assiste infatti ad una perdita del desiderio sessuale nel 48% delle donne con l’avvento della menopausa, che raggiunge il 79% dopo i 65 anni. Una precisazione è però d’obbligo: l’avvento della menopausa, e prima ancora del climaterio (ossia il periodo che precede e segue la menopausa), comporta nel corpo e nella mente della donna dei cambiamenti profondi, con una sintomatologia spesso riferita come invalidante dalle donne: dalle più frequenti vampate di calore, all’ aumento della sudorazione e delle palpitazioni, insieme a vari sintomi legati alla genitalità come il bruciore, il prurito, secchezza vaginale e dolore durante i rapporti. Inoltre, al contrario dell’uomo, che la possibilità di procreare finché  ha vita, nella donna questa possibilità cessa in maniera definitiva e di assiste ad un repentino cambiamento dell’immagine corporea che spesso è vissuta come qualcosa di egodistonico fino a generare sentimenti di minore autostima, in casi più gravi a depressione, che può condurre ad un calo del desiderio sessuale.

Discorso diverso è per l’uomo. Negli studi di Master e Johnson (1966), si evince che il massimo periodo di vigore sessuale per gli uomini si aggira intorno ai 18-20 anni,  perché i livelli di testosterone sono al massimo e di fatto il testosterone aumenta il desiderio, offre la possibilità di avere rapporti sessuali più ravvicinati e frequenti, e crea meno problemi di erezione. Col passare del tempo quindi, l’uomo avrà modificazioni a livello di erezione, che sarà meno vivace e più difficile da raggiungere se non con la manipolazione del pene, le fasi di emissione ed espulsione tendono a fondersi, perdendo la sensazione di inevitabilità dell’eiaculazione, aumenta la latenza eiaculatoria, cioè passa più tempo tra l’eiaculazione e la possibilità di avere una nuova erezione e una nuova eiaculazione.